mercoledì 27 febbraio 2013

Anni 30 Make up e Bellezza


Continua il nostro viaggio a ritroso nel tempo, spulciando nella storia e nelle origini del mak up. Prendiamo ora in considerazione gli anni Trenta.All’inizio degli anni Trenta era in voga la carnagione “Gardenia” di un colorito tendente a bianco pallido o la “Tea Rose”, incarnato avorio, con un tocco di colore rosa sulle guance. Pertanto le ciprie erano riconducibili all’avorio, al viola chiaro o arricchite da un tocco di luce leggermente tendente al verde.Dalla metà degli anni Trenta le donne propendono sempre per l’ avorio in differenti tonalità: del rosa, dall’azzurro all’ arancione ma anche le sfumature del lampone, del giallo o delrosso porpora. Un colore – il più naturale possibile – con una semplice tocco di rosa brillante è diventato il must di tendenza, alla fine degli anni Trenta. Sulla palpebra le donne applicavano in genere diverse sfumature, che spaziavano dal blu, al viola, verde, marrone e rosa orchidea.Le bionde preferivani il blu, il verde o il viola brillante per ravvivare lo sguardo mentre le  brune utilizzavano un unguento nero con delle sfumature di viola per ottenere uno sguardo misterioso ed esotico.Per la sera, vivaci riflessi ambrati ernao applicati dalla palpebra superiore fino al sopracciglio, per la piega della palpebra superiore sfumando sui lati esterni per creare un effetto glamour. Per il giorno, invece, l’ombretto applicato sulla parte superiore non presentava nessun effetto ombra con ciglia (spesso false ) appositamente incurvate. Le sopracciglia sono ultra sottili e delineate con una matita kajal. Per dare loro un tocco di brillantezza, erano rifinire con la vaselina, la brillantina o l’olio d’oliva.Le labbra “a uccello” e le unghie dipinte a metàFino alla metà degli anni Trenta le tonalità più diffuse di rossetto sono stati rosa, lampone, rosso e arancio ma alla fine del decennio ha prevalso il rosso.La bocca che negli anni Venti si presentava a forma di cuore, appare allungata con il labbro superiore arrotondato, una tecnica che è stata definita “Bird mouth” ovvero “bocca a uccello”. Per le unghie, si optava per i toni pallidi del rosa, e nel 1932, per un breve periodo di tempo, anche lo smalto nero era di tendenza. Dalla metà alla fine del 1930  tutte le tonalità di rosso, corallo, lilla, verde smeraldo, grigio perla, rosa pallido, blu fiordaliso, malva, oro o argento sono stati utilizzati per ravvivare le unghie. Nel corso di questo decennio come del resto accadeva negli anni 20, lo smalto era applicato solo nel centro dell’unghia lasciando la mezza luna bianca e naturale.


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